Questa sera, con l’equinozio di primavera, si festeggia anche il Nowruz, il capodanno persiano (celebrato oltre che in Iran anche in Afghanistan e in generale in Asia Centrale e quindi particolarmente vicino a noi di Binario15 e ai ragazzi che partecipano ai nostri laboratori). Il nome Nowruz deriva dalla combinazione della parola giorno (ruz) e nuovo (no). A differenza del capodanno occidentale, che capita sempre a mezzanotte, il Nowruz varia di orario in base all’equinozio di primavera e quest’anno è arrivato alle 17:57 (ora italiana).
In occasione del Nowruz le famiglie si riuniscono e tutti si augurano “Sal-e no mobarak” “Felice anno nuovo”. Tradizionalmente, il membro più anziano della famiglia regala dei dolcetti a tutti e i bambini ricevono delle monete in regalo. Nei giorni che seguono la festa le famiglie e i vicini si fanno visita a vicenda scambiandosi doni.
Una delle tradizioni più importanti legate al Nowruz è l’ “Haft Sin” che letteralmente vuol dire Sette “S”. Con questa cerimonia si allestisce una tavola su cui vengono disposti sette(haft) piatti simbolici il cui contenuto inizia, in persiano, con la esse, la lettera sin. Ecco le sette “s”:
- sabzeh – sono chicchi di lenticchie, orzo o frumento fatti germogliare. Simboleggiano la rinascita
- samanu – un impasto di orzo germogliato e tostato che simboleggia l’abbondanza
- senjed – i frutti secchi di oleastro, simboleggiano l’amore
- sîr – l’aglio, simboleggia la salute
- sîb – le mele, scrupolosamente rosse e lucidissime, simboleggiano la bellezza
- somaq – le bacche di Sommacco, col loro sapore simboleggiano l’asprezza della vita
- serkeh – l’aceto, infine, simboleggia la pazienza e la saggezza
Sulla tavola si mette anche uno specchio e un pesciolino rosso – che rappresentano rispettivamente il cielo e gli animali, e anche le uova colorate, che rappresentano invece l’uomo e la fertilità.
Sal-e no mobarak, Nowruzetan Pirooz! Nowruz mobarak!