Anche noi, come tutte le realtà associative che si fondano sulla relazione e sulla prossimità, ci siamo trovate a dover fronteggiare una nuova realtà, forse non solo passeggera, in cui il disorientamento e la preoccupazione per la propria salute e quella dei propri cari sovrasta i pensieri. Oltre alle domande più urgenti legate alla salute, però, si affacciano tanti dubbi legati a cosa ne sarà di quella sottile stabilità che con fatica si era costruita in mesi e anni: che fine faranno i progetti, il lavoro, lo studio?

Abbiamo dovuto così sospendere, nostro malgrado, gli incontri settimanali con le donne della comunità afghana che si tenevano presso il Centro Informazione e Maternità e Nascita Il Melograno di San Giovanni, che ci ospita ormai da tre anni.

Superata la prima fase riorganizzativa e spinte dalla motivazione ad andare avanti che ci ha sempre accompagnate, ci siamo rese conto che altre vie di comunicazione erano possibili, anche se con la consapevolezza che nulla sostituisce il valore del contatto reale dell’incontro tra persone.

Come ogni volta che si esplorano nuove forme di comunicazione ci sono difficoltà ma anche sorprese; così ci siamo rese conto che la comunicazione virtuale in alcuni casi crea delle opportunità altrimenti non percorribili. Ad esempio abbattere forme di isolamento sociale entrando nelle case di chi prima per motivi di distanza e di tempo non riusciva a raggiungere la nostra associazione.

Oggi il gruppo di Binario 15 sta crescendo e siamo circa 60 donne nella “stanza virtuale”. Le piattaforme che ci aiutano sono Facebook e Zoom. Gli incontri che riusciamo a fare sono sia individuali che collettivi. Alcuni spazi sono dedicati alle donne ed altri ai loro bambini.

Grazie alla partecipazione attiva, ognuna sta dando un suo contributo in modo diverso ma integrato. Una continua analisi dei bisogni e dei cambiamenti ci sta aiutando a delineare diverse vie e forme per restare vicine da lontano. Le nostre principali attività di volontariato in questo momento sono:

orientamento e traduzione di tutte le informazioni per accesso a supporti economici, assistenza di natura sociale, legale e sanitaria relative al Covid-19,

sostegno ai compiti per donne che frequentano corsi scolastici e scuola guida,

– sostegno ai compiti e suggerimenti per attività ricreative con i bambini,

–  live chat di gruppo: appuntamento settimanale dove oltre ad informare, ci si ascolta e ci si scambiano consigli per affrontare al meglio la quotidianità ai tempi del Covid-19.

In questo momento ci stiamo preparando per il nostro appuntamento settimanale su Zoom che ogni volta si rivela una nuova e stimolante esperienza. Al centro di tutto c’è la relazione e la voglia di prendersi cura le une delle altre. Si condivide una storia, un’informazione, un’opinione e si sorseggia del tè. Qualcuna a volte si presenta anche con un vassoio di dolci, perché è vero che la cosa che conta di più, dopotutto, è il pensiero.

Lo spazio è come sempre aperto al confronto e alla reciprocità: ognuna ha un suo contributo da condividere (dall’uso della tecnologia alle capacità di mediazione e traduzione). Come una delle donne del gruppo ci fa notare, la comunità afghana è piccola rispetto ad altri gruppi di migranti e non sempre le traduzioni nella lingua madre, il dari, sono accessibili nei siti e nelle informazioni in rete. È così che diventa ancora più importante essere una comunità (seppur virtuale) in grado di combattere l’isolamento e il disorientamento.

Questa settimana non parleremo solo di Covid-19 e di quello che ci ha tolto, ma parleremo di quello che vogliamo portare di bello nel mondo che verrà: parleremo degli insegnamenti che vogliamo trarre da questo brutto momento…

Sull’orlo del baratro ha capito la cosa più importante» miagolò Zorba
«Ah sì? E cosa ha capito?» chiese l’umano
«Che vola solo chi osa farlo» miagolò Zorba

— Luis Sepúlveda

Disegno originale di Francesca D’Andrea